Quando il nostro corpo ci dà segnali spiacevoli, lo chiamiamo disagio. Questi segnali si manifestano per attivarci a ristabilire un equilibrio, per riportare agio. In questo momento stiamo vivendo diverse forme di disagio collettivo e abbiamo bisogno di agire per ristabilire un equilibrio. E per agire abbiamo bisogno di soluzioni, ma soprattutto anche di una nuova narrativa, altrimenti continueremo a replicare quella attuale, riproponendo varie forme di disagio. L'attuale narrativa in cui siamo immersi perpetua in noi un senso di scarsità (“non ho, mi manca…”) e di separazione (da noi stessi, dagli "altri" e dalla natura). L'Agenzia Europea per l'Ambiente ha appena pubblicato un documento, in cui dichiara che la crescita economica è un grande fattore di rischio per la salute degli esseri umani e del nostro pianeta (articolo in lingua italiana). E che è necessario cambiare al più presto il nostro stile di vita e il modo di pensare alla produzione e al consumo (decrescita ed economia circolare sono i nuovi modelli economici). Ma come? La narrativa attuale ci porta a pensare che questo cambiamento corrisponda a MENO (senso di scarsità). Riscoprendo l’empatia e i valori umani che sottendono l’empatia, potremmo renderci conto che questo MENO corrisponde invece a PIÙ... Meno consumismo, meno crescita e meno produttività potrebbero corrispondere a più salute, più tempo, più natura, più bellezza, più pace, più scelta su come vivere la propria vita. Questa nuova narrativa può riavvicinarci ad un naturale senso di abbondanza, da cui ci siamo allontanati e che la natura (se ci fermiamo ad osservarla,) continua a ricordarci. Un’abbondanza che si manifesta laddove le varie forme di vita, nella loro diversità, possono ristabilire interconnessioni e sostenersi a vicenda. Cambiare la narrativa e passare da un’ipnosi della scarsità e separazione ad un senso di interconnessione e abbondanza presuppone un cambiamento più profondo in ognuno di noi, una riflessione su come vogliamo porci alla vita e ai nostri simili. Cosa significa vivere abbondanza, vicinanza, comunità e solidarietà, in un mondo in cui le persone si sentono sempre più sole e spaventate, sempre più povere e hanno sempre meno tempo ed energia per coltivare le relazioni? Quanto i sistemi che abbiamo sviluppato e in cui siamo inseriti giocano un ruolo importante in questo? Quanto inconsapevolmente sosteniamo questi sistemi e le loro narrative? Penso che abbiamo bisogno di esplorare e modellare insieme questa nuova narrativa, rigenerando un senso di fiducia, vicinanza, comunità e solidarietà. Abbiamo bisogno di riscoprire cosa sia quel naturale senso di abbondanza da cui ci siamo allontanati. Per questo motivo vi invito ad unirvi a me nell’esplorazione dell’empatia, attraverso corsi, incontri, gruppi di pratica e di sperimentazione (online e fra qualche mese anche di persona). Spero che quest’anno avremo occasione di scambio e di crescita reciproci…per rigenerare le nostre relazioni e avviarci insieme verso la civiltà empatica! Elena |